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13 Gen 2023

Alpini tra gli alpini

 

Ci eravamo lasciati nel 2021, seminascosti dietro le mascherine, timorosi di abbracciarci. È passato un anno e, come da tradizione, siamo di nuovo qui, alla Messa in Duomo, fortemente voluta da Peppino Prisco per un momento di raccoglimento a ricordo di quanti sono “andati avanti”. Questo appuntamento è stato tra i pochi eventi alpini che si sono svolti, seppur nel rispetto di tutti i protocolli sanitari, anche nei periodi di restrizioni più intense. E quest’anno la cerimonia è stata ancor più significativa poiché ha chiuso le celebrazioni per il 150º del Corpo degli alpini, fine di un percorso ricco di eventi. Già dalle prime luci dell’alba la piazza ha iniziato a gremirsi di alpini venuti da ogni dove e Milano ha accolto tutti nel suo grande abbraccio.

Il corteo partito da piazza della Scala si è trasformato in schieramento sul sagrato del Duomo, colorato da verdi gagliardetti e vessilli che insieme agli alpini hanno regalato un gran colpo d’occhio durante l’alzabandiera. Quindi l’ingresso in Duomo, dove i gagliardetti sull’attenti, hanno reso omaggio agli alpini Caduti e “andati avanti”. Poi la Preghiera dell’Alpino che regala sempre emozioni, personali ma allo stesso tempo fortemente condivise. La celebrazione ha quindi lasciato il posto agli interventi ufficiali delle autorità. Hanno preso la parola il presidente della Sezione di Milano, Valerio Fusar Imperatore, che ha voluto ricordare il reduce di 104 anni Marco Razzini e Silverio Vecchio, Segretario nazionale, “andati avanti” da poco.

Ha poi rivolto un pensiero a Beppe Parazzini e Cesare Lavizzari, colonne della Sezione. Il presidente nazionale Sebastiano Favero ha parlato della rilevanza, per il nostro Paese, del futuro associativo dell’Ana e sullo stesso tema il presidente del Senato Ignazio La Russa ha ribadito l’importanza di coinvolgere i giovani, arrivando a presentare l’idea di proporre un disegno legge sulla mininaja volontaria, come avvenuto in passato. Dopo l’ammainabandiera di nuovo in corteo, al rullo dei tamburi e al ritmo del Trentatré, a scandire il passo e a dare il tempo ai battiti del cuore che, con lo scorrere del corteo, diventavano via via più forti. È una grande emozione sfilare dietro al Labaro e ai vessilli, difficile spiegare cosa si prova e quanto è bello essere alpini fra gli alpini.

Passo dopo passo, si sente il calore della gente, quello che più è mancato nell’ultimo periodo e in un attimo ci si trova al sacrario di largo Gemelli per rendere onore ai Caduti: le autorità portano la mano alla tesa del cappello, attorno i vessilli e i gonfaloni schierati con i sindaci a testimoniare il forte legame con le amministrazioni. È stata una giornata ricca di emozioni e foriera di segnali rassicuranti per il futuro, nella speranza di un percorso che possa coinvolgere i giovani.

Daniela Barindelli

13 Gen 2023

Baschi molto alpini

 

Cento ettari sono un milione di metri quadrati. E se intorno ne calcolate altri trecento, fanno quattro milioni di metri quadrati. In mezzo a questo oceano di verde, a Bellinzago Novarese, giusto sul confine con il sedime aeroportuale di Cameri, c’è la caserma Valentino Babini, che ospita Nizza Cavalleria, il reggimento esplorante della brigata Taurinense: in un’area tanto vasta può manovrare anche con le blindo pesanti Centauro 1 senza arrecare alcun disturbo agli insediamenti abitati.

Qui le tradizioni si respirano su un arco temporale impressionante: Nizza Cavalleria nasce infatti nel 1690 e affonda le radici nel reggimento dragoni di Piemonte, i “dragon jaunes” (gialli, dal colore della giubba). Una storia simile implica la partecipazione (gloriosa, lo testimoniano quattro medaglie di bronzo sullo Stendardo) a tutte le guerre di indipendenza e ai due conflitti mondiali: il combattimento del 16 maggio 1916 alle officine Adria-Monfalcone, farà scegliere la data come ricorrenza per la festa di reggimento. La plurisecolare tradizione di stile della Cavalleria si esalta nell’elegantissimo circolo del reggimento, davvero spazioso, con sale finemente arredate, in cui abbondano divani in pelle e il colore predominate è ovviamente il rosso, ripreso anche dalle drappelle delle trombe lasciate a ricordo di importanti ufficiali.

«È uno dei nostri fiori all’occhiello – sottolinea il col. Giuseppe Leone, dallo scorso settembre alla guida del reparto – su cui, una volta sistemate alcune carenze funzionali relative al servizio bar, contiamo molto per intensificare i già ottimi rapporti con gli enti del territorio, a cominciare proprio dalla vicina Sezione Ana di Novara». Ma se il circolo risplende di una potenzialmente mondana luce propria, gli altri fiori all’occhiello di Nizza Cavalleria sono ben più vocati operativamente: in primo luogo il poligono di tiro in galleria, con bersagli sino a cento metri, adatto all’impiego a fuoco di tutte le armi portatili fino al calibro 7.62 Nato, che consente il proficuo addestramento del personale senza abbandonare la sede e che è intensamente utilizzato da altri reparti, sino ai carabinieri o alla Scuola di applicazione di Torino.

E poi l’officina per riparazione e manutenzione dei mezzi: struttura davvero grandissima e attrezzata, in grado di intervenire a qualunque livello sulle Centauro 1 e su tutti gli altri veicoli in dotazione (come le blindo Puma 6×6, i Vtlm Lince, i Vm 90, le Land Rover Defender, ecc.). Un’officina di altissima specializzazione (il cui personale appare motivatissimo e orgoglioso), a cui si rivolgono frequentemente anche altri reggimenti. L’officina dovrà presto essere oggetto di alcuni adattamenti per essere in grado di ospitare le nuove blindo Centauro 2 (attese, si spera a breve, anche a Nizza) che mantengono la formula 8×8, ma adottano il cannone da 120 mm (in luogo del 105) e sono dotate di elettronica di avanguardia: però sono sensibilmente più alte e quindi è necessario adattare la pavimentazione sotto i carri ponte con le gru.

Poche centinaia di metri più in là un’altra sorpresa: una piscina coperta con vasca di 25 metri, pronta all’uso se non fosse per alcune integrazioni all’impianto elettrico che, una volta ultimate, consentiranno al reparto di aprirne la fruizione anche dall’esterno. Nel complesso, dunque, una caserma di gradi capacità e potenzialità: «Potenzialità che – precisa il comandante – potranno crescere e moltissimo, visto che questo sito rientra nel piano di sviluppo delle cosiddette caserme verdi: una volta realizzato porterà indubbi vantaggi anche per il personale». Personale che, dopo aver servito anche in Libano, oggi è impegnato in un’intensa serie di attività: oltre a “Strade sicure” (come Comando di raggruppamento in Lombardia e Trentino-Alto Adige), infatti, due plotoni sono impegnati nell’operazione Joint Enterprise in Kosovo, uno in Lettonia per l’operazione Baltic Guardian ed un altro in Ungheria per la “Eva” (Enhanced vigilance activities).

La funzione esplorante di Nizza Cavalleria è fondamentale per la brigata alpina Taurinense, il cui comandante può disporre dei suoi assetti a seconda dei contesti e delle necessità operative. I Dragoni di Nizza si addestrano anche al movimento di marcia in montagna: ma non bisogna credere che persino le blindo Centauro siano “estranee” ai contesti montani. Lo hanno dimostrato con successo nella recente esercitazione a fuoco Cerces 2022, in cui i dragoni di Nizza, con gli alpini del 2º e i guastatori del 32º della Taurinense, hanno operato a fianco del 27º Chasseurs alpins negli scenari innevati e ad alta quota, di giorno e di notte, nel poligono di Valloire. Non da meno l’accennato impiego in Ungheria, assieme al 3º Alpini, al 1º Artiglieria da montagna e al 32º guastatori. Il motto recita “Nicaea fidelis”, quindi ci si può contare (e poi, Statuto alla mano, i dragoni di Nizza possono chiedere a pieno titolo pure l’iscrizione all’Ana).

13 Gen 2023

31 gennaio 1998

31 gennaio 1998 – Muore a Ronco Biellese (Biella) padre Giovanni Brevi (Bagnatica, Bergamo 24 gennaio 1908), presbitero, missionario, Movm della Seconda guerra mondiale. Tenente cappellano militare degli alpini sul fronte greco-albanese nella Julia, poi sul fronte russo nell’Armir. Fatto prigioniero il 12 gennaio 1943 potrà rientrare in Patria solo il 14 gennaio 1954

13 Gen 2023

30 gennaio 1920

30 gennaio 1920 – La prima Assemblea dei soci elegge Presidente dell’Ana il capitano Arturo Andreoletti (Milano, 8 marzo 1884 – Como Monteolimpino 24 gennaio 1977). Resterà in carica fino al 25 marzo 1923

13 Gen 2023

18 gennaio 1925

18 gennaio 1925 – Viene eletto Presidente dell’Ana Giuseppe Reina. (Mediglia, 3 maggio 1888 – Milano, 6 luglio 1950). Resterà in carica fino al 28 febbraio 1926