Nel 1871 il capitano Giuseppe Perrucchetti prende spunto da una relazione sulla difesa delle Alpi scritta da un altro ufficiale, Agostino Ricci, e prepara uno studio intitolato ‘Considerazioni su la difesa di alcuni valichi alpini e proposta di un ordinamento militare territoriale della zona alpina’, sostenendo l’opportunità di affidare la difesa delle Alpi a soldati di montagna, nati in quelle stesse vallate. Lo studio viene riassunto e proposto l’anno successivo al Ministro della Guerra Ricotti-Magnani, che lo apprezza e lo fa pubblicare sulla Rivista Militare.
L’anno successivo, il 15 ottobre 1872, a Napoli, Re Vittorio Emanuele II firma un decreto che di fatto sancisce la nascita delle compagnie alpine (all’inizio, 1873, saranno quindici a cui nel 1877 seguirà la formazione delle prime batterie di artiglieria da montagna, con i muli)
Edmondo De Amicis nel 1886 narra nel libro “Cuore” la sfilata degli Alpini (Si vedevan venire innanzi centinaia di lunghe penne diritte, che sorpassavano le teste degli spettatori: erano gli alpini, i difensori delle porte d’Italia, tutti alti, rosei, e forti, coi cappelli alla calabrese e le mostre di un bel verde vivo, color dell’erba delle loro montagne”)
Nel 1887 in Eritrea avviene il battesimo del fuoco per le penne nere, che si segnalano subito per saldezza, tanto che nel 1888 il gen. Pelloux conia il motto del Corpo: “Di qui non si passa”. Nel 1896 ad Adua il cap. Pietro Cella, caduto in combattimento, è la prima Medaglia d’oro del Corpo.
Nel 1897 in Valsusa gli Alpini sperimentano gli ‘ski’, mentre nel 1899 La Domenica del Corriere pubblica la prima di 113 copertine in cui compariranno gli Alpini. Il nuovo secolo si apre nel 1900 con gli Alpini impegnati nella spedizione in Cina contro la rivolta dei Boxer. Risale invece al 1910 l’adozione del cappello alpino di feltro, della foggia praticamente identica a quella attuale, unico capo in grigio-verde tuttora in uso. Nel 1911 sono impegnati nella campagna di Libia dieci battaglioni alpini e tredici batterie di artiglieria da montagna.
Nella Prima Guerra Mondiale nel 1915 gli Alpini conquistano il Montenero. L’avversario definisce l’impresa “ein Meisterstück”, un capolavoro. A Trento, nel 1916, il tenente degli Alpini Cesare Battisti, figura straordinaria di patriota e irredentista, viene giustiziato insieme a Fabio Filzi dagli austriaci al Castello del Buonconsiglio, dopo la cattura in un’azione di guerra. Lo stesso anno nel Gruppo dell’Adamello, gli alpini sono impegnati nella cosiddetta Guerra Bianca, tutta combattuta a quote anche oltre i tremila metri. Il 1917 vede centinaia di alpini cadere nella violentissima battaglia sul Monte Ortigara. Nello stesso anno Rudyard Kipling trascorre un periodo sulle Alpi Giulie in mezzo a reparti alpini, di cui tesse le lodi in un libro (‘La guerra nelle montagne: Impressioni dal fronte italiano’).
Nel 1919, a Milano, reduci della Grande Guerra costituiscono l’Associazione Nazionale Alpini, che l’anno successivo terrà proprio sull’Ortigara la prima Adunata, nella quale a quota 2.105 viene posta una colonna mozza con la scritta “Per non dimenticare”. Nel 1928 a Milano l’editrice Sonzogno pubblica la prima edizione di Valore Alpino, canto militare antecedente la Grande Guerra, con parole dell’avv. Camillo Fabiano e trascrizione musicale di Eugenio Palazzi. La musica è tuttora l’Inno degli Alpini, detta anche “il 33”, probabilmente dal numero d’indice del canto nello spartito delle bande militari.
Nel 1931 al Passo del Tonale si tiene la prima edizione delle Gare inter-reggimentali di sci delle Truppe Alpine, mentre tre anni dopo, ad Aosta viene fondata la Scuola Militare Alpina, il massimo centro di formazione militare per la montagna. Nel 1934 le Regie Poste Italiane emettono il primo francobollo raffigurante gli Alpini (‘Scarponi d’Italia’), nella serie dedicata al centenario delle Medaglie d’Oro. Alle Olimpiadi invernali del 1936, a Garmisch gli Alpini conquistano la prima medaglia d’oro nella gara di staffetta militare.
Seconda Guerra Mondiale: nel 1939 in Albania, la Divisione Julia viene schierata a presidio delle zone montane più impervie, mentre nel 1940 sulle Alpi Occidentali, dopo la dichiarazione di guerra alla Francia, reparti alpini combattono sul Fronte occidentale. Nel 1940 la Julia prende parte alla campagna di Grecia, a cui parteciperanno anche la Cuneense, la Pusteria e la Tridentina. Dopo scontri violenti e molti sacrifici, nasce il mito della Julia, che è tristemente riassunto nel canto ‘Il ponte di Perati’. Nel 1942, nel Mare Jonio, il piroscafo Galilea viene silurato dagli inglesi. Perdono la vita centinaia di Alpini di Gemona del Friuli
Il 1942 è anche l’anno della Campagna di Russia: le divisioni Julia, Cuneense e Tridentina, per un totale di 57 mila Alpini, vengono inviate con destinazione i monti del Caucaso. In realtà si fermeranno costretti a trincerarsi e a combattere lungo il fiume Don, scrivendo la pagina più eroica e tragica della storia del Corpo. Oltre due terzi degli uomini, purtroppo, non torneranno a casa, mentre i superstiti riusciranno a rompere l’accerchiamento nella battaglia di Nikolajewka il 26 gennaio del 1943, assurta ad emblema della capacità di sacrifico e coraggio delle penne nere.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, reparti organici alpini vengono inquadrati nelle formazioni alleate che combattono in Italia contro i tedeschi. Opereranno fino alla Liberazione, parallelamente alle formazioni partigiane di cui fanno parte numerosi Alpini. A Pavia, nel 1944, nell’ambito della Repubblica Sociale Italiana viene costituita la Divisione Alpina Monterosa, mentre, sempre lo stesso anno, a Monte Marrone, il battaglione alpini ‘Piemonte’ del Corpo Italiano di Liberazione si distingue in combattimento.
Dopo la guerra, nel 1949, a Udine, viene costituita la Brigata Julia, erede dell’omonima divisione. Nel 1951 è la volta della Tridentina a Bressanone, mentre l’anno successivo a Torino viene formata la Taurinense. Nel 1953 nascono la Cadore (a Belluno) e Orobica (a Merano). Nel 1952 a Bressanone viene formato il primo plotone di Alpini paracadutisti, presso la Brigata Tridentina. L’anno successivo, a Torino, Einaudi pubblica la prima edizione de ‘Il Sergente della Neve’, di Mario Rigoni Stern, il best-seller della memorialistica alpina.
La NATO nel 1960 istituisce a Heidelberg l’AMF-L (Allied Mobile Force – Land), unità multinazionale di cui fanno parte gli Alpini e che sarà in primo piano durante la Guerra Fredda.
Il disastro della diga del Vajont nel 1963 vede gli Alpini tra i primi soccorritori. Nel 1976 dopo il terremoto del Friuli, gli Alpini scendono in campo – insieme all’Associazione Nazionale Alpini – in prima linea nei soccorsi e nella ricostruzione. Lo stesso accade nel 1980 in Irpinia.
Nel 1993 in Mozambico esordio con il Casco Blu delle Nazioni Unite per gli Alpini della Taurinense (seguiti poi da quelli della Julia) nel corso della prima e unica missione di peacekeeping svolta da Alpini di leva, nel Paese africano uscito da poco dalla guerra civile.
Nel 1997 a Sarajevo gli Alpini partecipano per la prima volta all’operazione della NATO in Bosnia, dopo la sanguinosa guerra civile che ha sconvolto la ex-Jugoslavia, mentre nel 1999 a Durazzo la Brigata Taurinense viene schierata in Albania a sostegno dell’accoglienza dei profughi in fuga dal Kosovo. Sempre in Kosovo, a Pec, nel 2000, gli Alpini si schierano nel settore occidentale in seno alla missione dell’Alleanza Atlantica.
Nel 2001 a Khost, in Afghanistan Il 9° reggimento è la prima unità degli Alpini ad operare nel quadro della missione ‘Enduring Freedom’.
Il 2002 vede l’esordio del personale femminile tra le Penne nere. Mentre nel 2005 il servizio militare di leva viene definitivamente sospeso. Gli Alpini d’ora in avanti saranno solo di professione.
Gli Alpini nel 2006 sono protagonisti alle Olimpiadi invernali di Torino, nelle gare, sul podio, e nell’organizzazione dell’evento planetario
Tre anni dopo, nel 2009, Don Carlo Gnocchi, cappellano militare con gli Alpini durante la campagna di Russia viene proclamato Beato.
Nel 2010 a Herat, in Afghanistan, il s. ten. del Genio alpino Mauro Gigli viene insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria per aver sacrificato la vita – insieme al commilitone Pierdavide De Cillis, anch’egli decorato – per salvare alcuni colleghi, durante il disinnesco di una trappola esplosiva nei pressi del capoluogo dell’Afghanistan occidentale. Medaglia d’oro nello stesso anno anche per il serg. Andrea Adorno degli Alpini Paracadutisti per l’eroico comportamento durante un’azione in Afghanistan.
Un’altra medaglia d’oro, questa volta olimpica, arriva nel 2010 con l’Alpino Giuliano Razzoli che a Vancouver vince nello slalom.
Nel 2014 un contingente di genieri alpini viene schierato nella capitale della Repubblica Centrafricana, nell’ambito di una missione dell’Unione Europea che prepara l’arrivo dei Caschi Blu ONU dopo una lunga guerra civile
La NATO istituisce nel 2015 il Centro di Eccellenza per il combattimento in montagna, con sede in Slovenia. Le Truppe Alpine italiane ne fanno parte. La prima partecipazione di un reparto degli Alpini alla Enhanced Forward Presence della NATO, avviene nel 2019 con lo schieramento a scopo deterrente nella regione del Baltico di contingenti internazionali dell’Alleanza
Un altro trionfo sportivo arriva nel 2021 a Cortina d’Ampezzo, dove l’Alpina Marta Bassino si aggiudica la Coppa del Mondo di slalom gigante.
La fiducia e la considerazione di cui godono le Penne nere si concretizza a livello nazionale nel 2021 con la nomina di un generale degli Alpini, Francesco Paolo Figliuolo, a Commissario per l’emergenza Covid-19. Uomini e donne del Corpo, insieme alle penne nere dell’Associazione Nazionale Alpini, partecipano alla campagna vaccinale nazionale, dopo aver operato nelle prime fasi della pandemia in diverse Regioni italiane.